Opportunità Calabria, la coda d’Italia: la riscossa delle micro realtà
Opportunità
Per anni l’arretratezza e la frammentazione del meridione d’Italia ha reso impossibile l’idea stessa di crescita, nell’epoca dei mass media, del consumismo e delle produzioni intensive, il solo pensare di poter creare reale valore in una terra come la Calabria, frammentata in centinaia di micro-realtà produttive, con scarsa e disomogenea produzione, era un utopia. In un mondo dove il valore di un azienda si pesava con la bilancia e dove la parola d’ordine era STANDARDIZZAZIONE non vi era possibilità di crescita per la nostra piccola regione.
Poi qualcosa è cambiato una nuova tecnologia ha cambiato le regole del gioco, lo spazio ristretto degli scaffali, saturati dalle produzioni massive, si è de-materializzato diventando infinito nei negozi virtuali dove ora possono trovare posto tutte quelle infinite micro-produzioni che caratterizzano il variegato panorama della nostra regione.
Di colpo ci ritroviamo dall’essere obsoleti ad avere la reale opportunità di essere avanguardia tanto che quasi si potrebbe pensare che, nel vecchio mondo, eravamo così avanti da sembrare arretrati. Per la prima volta ci troviamo nel posto giusto al momento giusto, in quella famosa coda lunga dove l’attenzione dei consumatori e dei mercati si è negli ultimi anni spostata. Anzi potremmo addirittura dire che la coda lunga del mondo è la Calabria. Infatti se nel mondo il paese al quale è universalmente riconosciuta la maggiore densità di nicchie culturali e produttive è sicuramente l’Italia. All’interno del territorio nazionale la regione con la percentuale più alta di aziende mono-comune, quindi con un radicato legame alle tradizioni e alla cultura di uno specifico territorio, è la Calabria.
Inoltre se a questo aggiungiamo che per motivi culturali e soprattutto strutturali la nostra regione è riuscita a preservare le proprie tradizioni dagli ideali di modernismo malato dettati dall’ormai desunta epoca dei mass-media, possiamo affermare senza paura di essere smentiti che abbiamo finalmente tutte le carte in tavola per salire su quel treno che per anni abbiamo aspettato.
Quindi possiamo dire di essere pronti… possiamo partire. Ma non è così semplice.
Difficoltà
Le difficoltà maggiori che limitano l’entrata della nostra regione in questa corrente di sviluppo, sono le solite ed ataviche difficoltà strutturali, inutile ribadirle bisogna capire come conviverci, pensare di aspettare che queste siano risolte è utopico ed una perdita di tempo che non possiamo permetterci.
Per quanto riguarda le singole aziende il limite più grande è la frammentazione e l’arretratezza dei processi promozionali e di vendita, la mancanza di una visione di rete dei singoli produttori porta ad un’entropia alta del processo economico che tende a spegnere anche i piccoli bagliori di eccellenza che in alcuni casi si accendono.
Da un punto di vista pratico molte aziende ormai credono di promuoversi sul web, credendo che basti un sito web o una pagina Facebook per essere visibile nel mondo digitale, che è come dire di essere sul mercato americano perché si ha una bancarella nella periferia di New York. La triste realtà è che molto spesso quello che manca è un IDENTITA’ DIGITALE ben radicata nel mondo offline.
Strategie
Pensare di correre da soli è un grave errore, cercare di creare processi omologati per tutti è ancora peggio. La giusta rotta è esaltare le diversità tra i vari componenti del tessuto economico avendo come legame comune l’unica cosa che può mantenere un contatto forte con la realtà in un processo di creazione di un’identità digitale: L’APPARTENENZA territoriale e culturale.
La Spinta Viene da terra
L’attività di promozione digitale aziendale deve camminare di pari passo con una forte attività di promozione dei territori.
Per poter creare l’identità digitale del singolo prima bisogna creare l’identità digitale dei territori. Se la presenza online delle aziende è scarsa quella dei territori è completamente assente, le informazioni sui luoghi e sulle culture sono così scarse che molte comunità hanno solo poche righe su wikipedia e qualche strada su google maps.
L’attività online di promozione delle comunità deve diventare per le amministrazioni pubbliche un capitolo di bilancio, non è giusto che sia affidata a pochi volontari che con spirito di amore per la propria terra mettono in campo la propria professionalità gratuitamente e molto spesso senza alcuna gratificazione.
Esempi di attività di creazione di team di lavoro professionali per la promozione dei territori hanno dato ottimi risultati in regioni vicine a noi come la Puglia, l’ente regionale “promozione Puglia” ha creato fenomeni di successo come “Salento in&out” e tanti altri.
In un mondo che corre alla velocità della luce non possiamo perdere tempo, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e bisogna rimboccarsi le maniche ed affidarsi a professionisti con idee innovative e col coraggio di andare oltre gli schemi.
Il ciclo economico continua dopo la vendita
Per le aziende è condizione necessaria ma non sufficiente avere un sito internet ed una presenza digitale di valore. Va poi aggiunta una strategia di comunicazione e di pubbliche relazioni che permetta un continuo contatto tra i processi aziendali interni e l’esterno, in un mondo di informazioni in continua evoluzione la domanda diventa creativa e vuole avere un ruolo nella generazione dell’offerta. ogni cliente ha una tale possibilità di incidere nel valore del prodotto che acquista che non può più essere considerato un fruitore passivo ma parte integrante del processo economico. Un cliente soddisfatto diventa valore aggiunto del prodotto e come tale va tutelato e inglobato nel processo produttivo e promozionale.
Un buon prodotto è quindi formato non solo da buone materie prime e processi produttivi di qualità ma anche da storie ben raccontate e clienti soddisfatti nonché da una strategia di comunicazione ben ponderata e professionale.
Queste sono solo alcune delle strategie da mettere in pratica per iniziare a percorrere quella strada che porti la nostra regione ad uscire dall’immobilismo cronico in cui ci stiamo cullando da troppo tempo.